Viviamo in un mondo in cui tutto è possibile, qualsiasi meta è raggiungibile, ogni desiderio è realizzabile, “ma solo se ci credi veramente.” Parola di pubblicitari. La magia esiste, ne siamo convinti, ma non si realizza con un abracadabra. Servono ore e ore di pratica per imparare il trucco. Abbiamo il mondo a portata di smartphone e di carta di credito, ma nulla impedirà la lunga attesa per il passaporto, l’ansia da partenza, la coda in aeroporto.
Persino un re non può esimersi dal compiere l’estenuante rituale dell’incoronazione. La processione, il riconoscimento, il giuramento. Poi l’unzione, l’investitura e l’intronizzazione. Infine la comunione, il corteo reale e il saluto alla folla. Una tappa essenziale per consacrare un lungo viaggio. Un rituale carico di senso e contenuto per legittimare il cambiamento.
Le tappe di un nuovo corso
Citiamo re d’oltremanica e voglia di vacanze, ma il nostro vissuto recente ci parla di riposizionamento sul mercato e di rebranding. Governiamo i processi, incoroniamo nuovi brand, percorriamo mille miglia, certamente, ma il passo più grande è quello che chiediamo alle nostre aziende, chiedendo loro di affidarsi a noi. Dove finisce la strategia e comincia l’empatia? Come possiamo comprendere, da “esterni”, il peso del cambiamento che indichiamo loro? Come comunicare ai dipendenti “da domani saremo uguali, ma diversi”? E come si innesta un nuovo ramo, un nuovo approccio, lasciando intatte le radici di un’identità aziendale solida?
La pura competenza, oggi, non basta: siamo tutti bravi (tutti forse no, ma ci sono tante persone in gamba), però non tutti disposti a donare il cuore per la riuscita del progetto.
È comprensibile. Dare il cuore significa palpitare con il cliente, essere parte di tutto quel che succederà. Gioire, ma anche soffrire. Vuol dire crederci insieme a lui. Capire quali corde toccare e trovare il giusto modo di affrontare il cambiamento a piccoli passi, affinché non si senta solo nel cambiamento. E questa è una cosa non da tutti, non per tutti.
Non è una voce che puoi mettere in fattura o in un budget. Ma, del resto, parafrasando Bob Kennedy, “un budget misura un sacco di cose, tranne - spesso - quel che vale la pena misurare davvero."
Lo sviluppo aziendale fa tappa in fiera
Non sono solo i cambiamenti aziendali ad aver bisogno di pianificazione e di percorsi a piccoli passi. Le fiere, ad esempio, continuano a dimostrarsi attività efficaci per promuovere in modo concreto vendite e immagine con risultati verificabili. Lo conferma l’ultima survey del barometro UFI - l’associazione mondiale del settore fieristico - e i trend positivi di visitatori delle principali fiere specializzate di riferimento per il mondo B2B. Ma davvero basta esserci per garantire il successo?
Investire migliaia di euro nella partecipazione in fiere, senza una dovuta preparazione, equivale a giocare d’azzardo. Puntare sul numero più alto o sperare nel colpo fortunato, tornando a casa con tanti biglietti da visita o con una bella figura tra i tanti pretendenti in mostra.
Al fine di massimizzare gli investimenti fieristici, orientare al meglio gli sforzi e allineare i team commerciali rispetto agli obiettivi specifici di sviluppo, abbiamo sviluppato negli anni un percorso di marketing fieristico in affiancamento, articolato in un breve momento di formazione, un’analisi, mappatura e pianificazione delle attività fieristiche e un supporto per il coordinamento e la gestione delle attività. Significa partire con largo anticipo, ma lo sforzo ripaga!
Dalle tappe in fiera alle fiere col tappo
Alle attività di analisi e coordinamento si aggiungono tre tappe fondamentali: la prima, l'attività pre-fiera, per identificare e invitare con azioni multicanale il proprio target alla manifestazione, strutturando agende di incontri che aiutino la forza vendita a trarre il massimo beneficio dalla presenza in fiera.
La seconda tappa è ... la fiera! La presenza dei nostri colleghi sullo stand supporta i commerciali nella gestione dei prospect coinvolti e raccogliere informazioni strutturate. L'obiettivo è "pesare" i contatti e quindi definire il ROI di quella fiera.
E infine le attività post-fiera, dove il tempismo e la cortesia commerciale sono fondamentali per massimizzare la resa dei contatti con l’obiettivo di avviare rapporti di collaborazione.
È quello che da sempre facciamo per le nostre aziende, in diversi settori, come ad esempio Dalfiume Nobilvini, azienda che si dedica alla produzione vinicola dal 1949, che abbiamo supportato per lo sviluppo prodotti all’estero, e in Italia, in particolare, attraverso la partecipazione alle fiere Prowein e Vinitaly. Un’attività pre e post fiera che ha portato a 13 appuntamenti fissati e 20 trattative generate. Prosit!
La circolarità delle PMI (ovvero Prestanti Ma Isolati)
“Verso l’infinito e… oltre!” Impossibile non pensare all’iconica citazione pixariana percorrendo la strada che, dal centro città, ci ha portato nel cuore dell’ombrosa Val Di Scalve, più precisamente in Località Ponte Formello, a Vilminore, in un’azienda lontana da tutto. La storia di Moreschi comincia nel 1987 con una ditta di affilatura lame per il legno. Oggi progettano, producono e affilano lame per il taglio di legno, acciaio, leghe, plastiche e materiali compositi, che esportano in tutto il mondo, Australia compresa.
L’isolamento geografico quasi totale ha rappresentato per la famiglia Moreschi una spinta a inventarsi un piccolo modello di business tutto proprio. Come attrarre i clienti? Con una produzione su misura di altissima qualità. Le materie prime tardano ad arrivare? Si rifilano le lame usate. Le consegne affidate a terzi sono dispendiose? Si apre una società logistica per risparmiare sul trasporto. E la si mette a disposizione anche per le aziende del vicinato!
Un’azienda circolare in tutto e per tutto: dai prodotti ai processi, dallo spirito imprenditoriale all’impegno verso la comunità. Che prima di essere territorio, è casa.
Lo scrivono persino sul sito: “Lavoriamo circondati dalle montagne e dalla natura e questo ci fa dimenticare tutte le difficoltà logistiche”. E in un’epoca in cui tutto o quasi viene esibito o esternalizzato, Moreschi è un esempio più unico che raro di inclusione e valorizzazione delle proprie radici in una “terra di dentro” che nulla ha da invidiare alle benefit company.
Giro che ti rigiro
Occhi puntati sulle vie del centro di Bergamo, animato dall’arrivo della quindicesima tappa del Giro d’Italia. L’evento sportivo che abbraccia la penisola e i suoi panorami ci riporta ancora una volta all’importanza di studiare le tappe. Alcune con la frenesia di una cronometro, altre in salita come una scalata al Mortirolo, altre ancora infinite come una pedalata in pianura, sempre con gli occhi fissi sull’obiettivo, la maglia rosa all’orizzonte.
Gestire le energie è fondamentale per superare gli sbalzi altimetrici e arrivare in forze allo sprint finale. Ma lo sforzo non riguarda solo chi pedala, le ruote dentate del pignone o il cerchio del copertone.
Una ruota gira su sé stessa, ma per non girare a vuoto deve poggiare a terra. Serve la concretezza di un piano e l’impegno di tutti. Una squadra competente, ma anche affiatata e reattiva, che ti segua in macchina, pronta a intervenire per sostenerti e farti arrivare lontanissimo. Senza coinvolgimento delle persone, la crescita è tutta in salita.
Cose che ci sono piaciute
TuMulti in bici! È risaputo che pedalare, oltre a fare bene all’ambiente, migliora la salute fisica e mentale. Ma che aiuti anche le relazioni personali è una novità! Ultimamente abbiamo registrato un aumento dei colleghi che decidono di recarsi a lavoro in sella alla loro bicicletta (tanto da sollecitare la posa di un porta bici nei dintorni) e persino di mariti che fanno tappa fuori dall’ufficio in attesa delle mogli. Altro che serenata!
Il cerchio della vita. “È una giostra che va, questa vita che gira insieme a noi e non si ferma mai. E ogni vita lo sa che rinascerà in un fiore che fine non ha.” Dedichiamo questa piccola citazione a Lea, la nuova arrivata tra i baby MULTI, e ai suoi genitori per il nuovo grande viaggio che li attende.
Una parola al giorno! Quando si pensa alla parola ‘Adobe’ il primo pensiero va alla famosa software house americana, il cui significato deriva dal fiume Adobe Creek, che scorreva dietro alla prima sede dell’azienda. Ma l’etimologia spagnola e araba della parola ci rivela che significa “mattone”: un’invenzione che ha costruito edifici e città in giro per il mondo, e che oggi usiamo per costruire l’immagine grafica dei nostri clienti. Scopri anche tu la parola del giorno
A proposito di mattoni. Due fratelli, Mario e Luigi, stanchi di dipendere dal loro capo, hanno deciso di aprire una loro azienda idraulica. Così inizia una storia fatta di tubi, mattoni da spaccare e monetine d’oro. Quale miglior modo per promuovere il nuovo film di Super Mario Bros se non creando un sito ad hoc e facendo vivere questi personaggi? Operazione promo del film, ma in caso di bisogno…